Tu chiamale, se vuoi, emozioni


Qualsiasi inizio, che sia a scuola o in un nuovo contesto lavorativo, genera in tutti un turbinio di sentimenti spesso contrastanti. I pensieri affollano la mente, le aspettative si confrontano con una realtà che finora abitava solo nell'intimo e appagante continente dell'immaginazione. La dimensione dell'ignoto agita, spaventa, suscita entusiasmo, voglia di mettersi in gioco, di sfidare sé stessi e le proprie paure. Anche per me, prof. ormai abituato alle ripartenze e ai nuovi inizi, è così. "Sarò piaciuto?" "Avrò fatto una bella impressione?" "Saranno contenti di frequentare questa scuola?": questi gli interrogativi che dominano i miei pensieri e che creano una prossimità emotiva con molte sensazioni che state provando anche voi.

Ormai è trascorsa una settimana da quando avete varcato la soglia di questa nuova porta. Quali emozioni hanno accompagnato l'inizio del viaggio alla scoperta di una realtà per voi ignota? Cosa decidete di far entrare e di portare con voi e cosa invece lascerete fuori?

"Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo se riesce a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina." 
Massimo Gramellini

Commenti

  1. Ormai è trascorsa una settimana,da quando ho varcato la soglia di questa nuova scuola.
    Le emozioni che mi hanno accompagnato,durante i primi giorni;è stata sicuramente ansia e paura proprio perchè non conoscevo nessuno e quindi non sapevo come sarebbe stata la mia classe,però appena mi sono seduto nel mio banco,la paura e l'ansia,sono scomparsi definitivamente,ma,immediatamente è subentrata la curiosità,di conoscere i compagni di classe e i professori dove trascorrerò cinque anni della mia vita con loro.
    Io credo, che quello che mi porterò in questi cinque anni sono i consigli dati per applicarmi con lo studio dato dai professori della scuola passata,ma anche i consigli dati oggi dal nostro professore di italiano,penso che quello che porterò dietro di me sarà sicuramente la voglia di fare amicizia,di giocare insieme e sopratutto scherzare con tutti.
    Quello che lascerò saranno tutte le brutte esperienze trascorse negli scorsi tre anni...dove la vita non mi ha sorriso...anzi non c'era neache a consolarmi, però credo che lascerò anche i discorsi fatti da persone poco competenti durante le scuole medie che volevano insegnati a vivere,anche se loro erano i primi a non vivere la vita...spero che vi sia piaciuto il mio piccolo tema...a presto...il vostro ROCCO BARRA.

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  2. “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.” (Cesare Pavese)
    Qualsiasi nuovo inizio, che riguardi la scuola, lo sport o il lavoro genera in tutti un’esplosione di emozioni.
    La paura del primo giorno di scuola, la paura di affrontare una nuova realtà e cambiare la mia vita è passata. Ho cercato di pensare solo al fatto che questo fosse un vero nuovo inizio e non la fine di qualcosa. Per quanta nostalgia io potessi provare della vecchia scuola o dei vecchi compagni, maggiore e molto più forte erano l’euforia, l’eccitazione e l’entusiasmo per questa nuova esperienza.
    A distanza di una settimana dal fatidico “primo giorno” mi sento molto tranquilla, sono contenta di poter stringere nuove amicizie, creare legami e scoprire nuove realtà; migliori o peggiori di quelle passate? Chi lo sa? So solo che tanta è la voglia di scoprirlo.
    Provavo preoccupazione nel conoscere i mei nuovi professori, ma ad accoglierci abbiamo trovato il professore di italiano, che ci ha accolti amichevolmente e simpaticamente, tuttavia indicandoci, fin da subito, quello che da noi si aspettava, soprattutto rispetto reciproco. Le sue parole mi hanno colpita, mi hanno fatta sentire al sicuro.
    In generale, sono una ragazza socievole ed aperta alle nuove relazioni, se positive, una ragazza che mette impegno e dedizione in ciò che fa ed è questo che porterò con me, nel mio percorso liceale, insieme a tutti i consigli dei miei genitori e dei miei vecchi professori.
    Cercherò di lasciare fuori ansia, paura e tensione facendo invece spazio a impegno, costanza, serenità e positività.


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  3. Appena caricata la porta di quella che sarebbe stata la mia classe la mia testa ha iniziato a suonare la solita cantilena, domande del tipo "sarò all'altezza di questa classe?" "Riuscirò a non abbattermi?" "Avrò scelto qualcosa nella quale sono capace?" "I professori saranno contenti del mio percorso formativo?" È quella che tutt'ora mi affligge "starò simpatica i miei compagni di classe?". Ad accompagnarci nell'aula fu nostro coordinatore di classe, nonché professore di italiano e latino, appena entrammo ci disse di stare sereni e tranquilli in quanto ci spiegò quanto questi fossero gli anni più belli per noi ragazzi, immediatamente pensai "CARPE DIEM" perché non possiamo farci rovinare la giovinezza da ansia e paranoie, sì credo sia normale che a chiunque sia apparsa un po' d'ansia per il nuovo percorso in fin dei conti nessuno conosceva nessuno. Tutto ci parve nuovo: struttura, professori, preside, compagni di classe. Avevamo tutti paura di conoscere noi e conoscere gli altri, io personalmente pensai di stare in una classe dove ognuno avrebbe pensato a sé e che avremmo legato dopo tanto tempo invece non fu così poiché già dal primo momento iniziammo a parlare sia di persona che sul gruppo di classe che subito decidemmo di creare. Il mio unico obiettivo è quello di stare bene sia mentalmente che strutturalmente ovvero realizzarmi e portare a termine quello che ho iniziato,ovviamente con l'appoggio dei miei compagni di classe, con i quali Spero di creare una affinità speciale, ma, soprattutto con i miei professori coloro che diventeranno i miei esempi guida, coloro che sapranno indirizzarmi

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